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Vinitaly: l’esperienza di Roberto Adduono fondatore di Salerno Wine Tour

Dal 6 al 9 aprile 2025 si è svolto presso i padiglioni di Veronafiere il 57°Salone Internazionale dei vini e dei distillati. Considerata una delle esposizioni enologiche di maggior rilievo, il Vinitaly si tiene quasi sempre nel mese di aprile poiché in questo periodo vengono immesse sul mercato la maggior parte delle nuove annate dei vini, fatta eccezione per quelli prodotti nell’emisfero australe.
Un luogo magico e suggestivo
Questo è un luogo magico per chiunque abbia a che fare con il mondo del vino, dall’amatore al produttore, dal consumatore ai buyer internazionali. Qui si concludono affari e si chiudono contratti di importatori da tutto il mondo, ed è qui che si possono incontrare i maggiori produttori italiani e no.
L’esperienza di Adduono al Vinitaly
La mia prima esperienza al Vinitaly è stata nel 2003, allora mi approcciavo al mondo del vino e fu una due giorni di full-immersion con degustazioni, incontri, curiosità. Sono ritornato quest’anno la prima volta post-covid e come sempre si respira aria di affari; si, perché chi opera nel mondo del vino, al Vinitaly si reca per business. La fiera è suddivisa in diversi padiglioni, ognuno dei quali è dedicato ad una regione, alcuni sono condivisi e in alcune regioni si possono trovare stand di produttori non appartenenti a quella regione medesima, posizionati in base alla logistica o, ahimè, in base a dinamiche politiche interne ai vari consorzi di tutela, cioè possiamo trovare un produttore di Chianti, che magari non aderisce al proprio consorzio, in Sicilia piuttosto che in Friuli Venezia- Giulia.
Mappa del Salone Vinitaly
Il Salone è suddiviso in varie aree tematiche che richiamano sempre il mondo del beverage: Enolitech, che racchiude tutto la filiera tecnologica applicata all’enologia e all’olivicultura; Vinitaly Bio, dedicato ai produttori di vino biologico certificato; Vinitaly Mixology, spazio riservato ai barman; Vinitaly Micro Mega Wines, dove si concentrano tutte le micro-produzioni italiane; l’International Wine Hall, dove si lascia spazio alla produzione internazionale; Vinitaly Tasting. La mia permanenza è stata di due giorni, pochissimi per una manifestazione del genere: attese di minuti per degustare i brand più noti, considerando che alcuni accolgono clienti solo su prenotazione. Sono stand immensi, ricordo qualche anno fa il castello-stand di Marchesi de’ Frescobaldi, impressionante! Il Vinitaly è soprattutto un modo per assaggiare grandi e vari vini.
Partecipazione di Adduono alle Masterclass
Personalmente, oltre ai vari assaggi per stand vari, ho partecipato a due bellissime masterclass: una sul Marsala e una sul Greco di Tufo. Il Marsala è un vino siciliano, e non serve solamente a fare lo zabaione! Vino di mare, come usano definirlo, prodotto in diverse tipologie. Lo si definisce in base al colore (da uve a bacca bianca e da uve a bacca rossa), al contenuto di zuccheri (secco, semisecco e dolce) e alla tipologia di produzione (Fine, Superiore, Superiore Riserva, Soleras, Stravecchio). I vini in degustazione erano della Famiglia Intorcia, storici del Marsala. La versione secca è stupenda, note salmastre e iodate contornate da sensazioni floreali bianche hanno fatto da apripista alle altre versioni. Più si avanzava con i mesi di affinamento, maggiore era la complessità dei profumi, spaziavano dai fiori gialli, alla frutta gialla matura, frutta secca e disidratata, smalto e cera d’api. Su tutti i Marsala, tranne che per la versione “vergine”, aleggiava una piacevole nota ossidativa e alcolica, caratteristica principale di questo vini, data sia dalla aggiunta di alcol sia dalla produzione che prevede il “Metodo Solera” ossia l’accatastamento di botti a forma di piramide, dove le botti alla base contengono vino in affinamento e la botte che funge da vertice superiore vino nuovo, collegate tra loro, in modo che il vino nuovo si misceli alle botti sottostanti. Altra esperienza degustativa è stata la degustazione di Greco di Tufo di Cantine Di Marzo, azienda storica di produzione che ha avviato un progetto di zonazione del vino, come avviene in Borgogna. Il vino è prodotto in diverse zone, anche all’interno della stessa denominazione e ogni vigneto ha un suo microclima, una sua pedoclimaticità e di conseguenza diverse sfumature gustative. Vigna Laure , Vigna Serrone e Vigna Ortale sono i tre cru dell’azienda, diverse esposizioni, diverse altitudini e diversi suoli a distanza di qualche chilometro da un vigneto all’altro. Si pensi che in Borgogna, Francia, questo sistema ha fatto la fortuna di molti produttori, alcuni dei quali sono unici proprietari, i “Monopole”. Si è visto come il Greco di Tufo riesca ad essere diverso a seconda del vigneto di produzione, mantenendo sottilmente sempre lo stesso filo conduttore gustativo, la mineralità fornita da un terreno di origine vulcanica, e in particolare dall’ignimbrite, un minerale originato da colate piroclastiche.
Il vino accompagna l’uomo da millenni ed è in continua evoluzione, adeguandosi anche alle necessità attuali. Il Vinitaly ritorna nel 2026 con altre novità. Cheers!
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